Vacanze ed inizio scuola primaria

Scrivo sul blog sempre a mezzanotte, l’ora delle streghe. Oggi è “per colpa” di un filmato appena postato su YouTube dell’ultimo meeting a Spotorno. Ho impiegato tutta la mattina per trovare una colonna sonora decente ed infatti adesso ha un motivetto intrigante: sono contenta!

La notizia “scoop” è che è ricominciata la scuola. Quest’anno siamo in prima elementare!

Abbiamo spudoratamente saltato i primi 3 giorni: eravamo di nuovo in crociera. Che spesa, ma come ci siamo divertiti!

Eccoci(mi) a Barcellona:

Barcellona

A Ibiza (il raggio credo fosse l’unico bimbo dell’isola)

Ibiza

ed infine a Marsiglia

Marsiglia

Per non farci mancare nulla pochi giorni dopo questi scatti abbiamo già anche avuto una prima riunione con la mastra di classe, quella di sostegno ed il vicepreside. Ci hanno chiesto di poter parlare col vecchio terapista ASL e con quelli nuovi del centro convenzionato.

Le insegnanti ci hanno “consigliato” di cercare di calmare l’aggressività del raggio, sennò non potrà essere inserito nella classe. Col papy ho risposto loro che faremo il possibile (come sempre d’altronde) ma di non iniziare per favore col la pantomima – come l’asilo l’anno scorso –  che “il disabile crea scompiglio” perché davvero non sono più disposta a tollerare cavolate. Ci hanno spinti a non far fare al bambino i rientri pomeridiani completi e ci hanno chiesto di andarlo a prendere due ore prima il venerdì anche nel caso in cui non facesse terapia perché così lasciamo libero il sostegno. Sono sempre più schifata dalla cosiddetta “integrazione”. Nonostante questo, per il raggio, vediamo se riusciremo a stringere qualche amicizia con gli altri genitori, anche non subito (mi voglio dare del tempo per provare).

Quindi ottobre sarà dedicato a dare al bambino alcune regole ferme, con anche i nonni e la scuola, per canalizzare la sua aggressività in qualcosa di più costruttivo come per esempio riuscire a seguire più ore delle varie mattinate delle lezioni in classe.

Uno dei prossimi post, se ce la faccio, sarà dedicato al disinnesco dell’aggressività del raggio, se riusciremo nell’impresa.

Sarà un’occasione, per me ed il papy, per capire meglio cosa abbiamo sbagliato in questi mesi nel cercare di educare la belvetta!

Tutto a posto, niente in ordine

951521_29245793

In questi giorni mi capita spesso di riflettere se mio marito ed io ci saremmo trovati a percorrere questo cammino se non avessimo deciso di far nascere il raggio.

Avremmo avuto altri figli? Avremmo tentato lo stesso il cammino dell’adozione internazionale? Chissà…

Certo è che l’incontro con la disabilità ci ha profondamente cambiati.

In questo momento ci stiamo ricaricando le batterie il più possibile prima di affrontare la prima elementare.A proposito di scuola, mi preme di segnalarvi il gruppo Facebook creato da una mamma con la proposta di un ricorso collettivo nazionale per il sostegno, nel caso in cui ai vostri figli non venga fornito un numero di ore accettabile: https://www.facebook.com/events/563393497042080/?ref=22

E’ importante che ci uniamo tutti insieme per i diritti dei nostri figli, perché l’unione fa la forza!

Il raggio picchiatore

Porto antico
In questi giorni, quando a lavorare mi capita il turno del mattino, pranzo con il maritino al Porto Antico sulle panchine sotto gli alberi frondosi vicino al museo Luzzati.
C’è chi è in vacanza, chi passeggia con gli amici, chi dorme e chi chiacchera ma a me piace stare anche in silenzio per riposare la mente e godermi il fresco.
L’asilo è finito ed ora il raggio usufruisce del servizio estivo. I problemi non sono mancati, ma sono tantissime le soddisfazioni.
Il mio amore ha fatto un mucchio di passi avanti: è capace di giocare “per finta” (cosa che con la sua patologia è un vero miracolo), riconosce i colori correttamente, si sforza di farsi capire quando parla e comincia ad abbozzare figure umane quando disegna.
Quest’anno però, più degli altri, è stato tosto.
Gli insegnanti, che tre anni fa mi erano sembrati in gamba, non hanno avuto desiderio e voglia di mettersi in gioco col bambino. Ho fornito loro tutto il materiale sull’agenesia e la scuola, ma penso sia volato al vento come le foglie in autunno…
Spezzo una lancia solo per la ragazza che gli ha fatto da maestra di sostegno in questi ultimi due anni. Grazie alla sua pazienza ed amore (perché il pargolo non è facilmente gestibile) ha pian piano raggiunto obiettivi che avevo paura di poter sperare.
Le maestre di classe lo hanno spesso preso di petto, scambiando problemi comportamentali provocati dall’agenesia per maleducazione e strafottenza, quindi si sono ritrovate con un bambino che spesso aveva reazioni violente e rabbiose (cosa che non fa mai ne a casa ne a terapia) sia con i compagni che con le maestre stesse.
Le insegnanti, dal canto loro, piuttosto che cercare una strategia col terapista ASL (cosa che ho tentato personalmente, ma senza ottenere risultati apprezzabili) hanno preferito tessere intorno a mio figlio la fama di picchiatore un po’ scemo e creandoci difficoltà col resto della classe, con gli altri genitori e con l’iscrizione alle elementari a febbraio di quest’anno.
E’ davvero un peccato, perché anche se non sarebbe potuto essere un paradiso, almeno avremmo potuto cercare di venirci incontro.
Non so quanti pomeriggi ho trascorso in ufficio, con l’ansia che fosse successo qualcosa anche quel giorno (uno schiaffo ad una bimba, una spinta…)  senza riuscire a concentrami del tutto.
In realtà spesso, andando in classe a prendere il raggio, ho notato che quasi tutti i bambini si picchiano, si mordono ma quest’anno – se un compagno tornava a casa con un occhio nero tipo panda sicuramente secondo tutta la classe era stato il raggio.
Come ciliegina sulla torta la scorsa settimana, abbiamo avuto un incontro AL SECONDO GIORNO DI SERVIZIO ESTIVO con la preside e la responsabile della cooperativa che fornisce le maestre a luglio.
L’insegnante di classe della cooperativa (che tra l’altro fornisce anche servizi per disabili, anche se la ragazza non era in classe come sostegno) si è rifiutata di gestire il pargolo senza la presenza dell’insegnante d’appoggio perché (cito testualmente) non è pagata per prendersi degli schiaffi da nostro figlio.
Se insieme a questo ci sommate il fatto che lo ha fatto girare da solo per l’asilo, capirete la mia incazzatura maxima.
Dopo la riunione nell’ingresso dell’asilo, tra le mamme ed i bambini vocianti che entravano in classe, le cose sono migliorate ma io continuo a chiedermi se l’integrazione scolastica sia solo una parola vuota e priva di significato.
L’unica cosa che mi fa andare avanti sono i miglioramenti costanti che vedo nel bambino che fortunatamente non sembra essersi accorto ed aver risentito di tutti questi incompetenti.
Quando vedo il bambino sereno, felice che fa tutti i suoi passi avanti mi si apre il cuore, ma che fatica arrivare sino a qui!