Normotipico a chi?

Le ferie mie e del papy con oggi sono terminate.

Spero comunque di riuscire a godermi qualche pomeriggio in relax col pargolo, prima che cominci la scuola.

Ad agosto, nonostante il tempo orribile, siamo riusciti ad andare diverse volte al mare ed in piscina.

Spiaggia aprile

Niente ferie per ora, ma una camera ed il bagno da finire di imbiancare: approfitteremo magari di qualche offerta last minute in autunno o in primavera…

A breve ricomincerà il loop raggio va a scuola” – ” raggio si rifiuta di lavorare in classe” – “raggio accompagnato gentilmente dal sostegno fuori classe” – “colloquio con gli insegnanti: vostro figlio non sa stare alle regole, non può essere inserito in classe, non è alfabetizzato…”

Sono anni ormai che mi domando il motivo per cui gli insegnanti chiedono a noi genitori come riuscire ad impostare la didattica col bambino e non a chi lo ha in cura (i terapisti soprattutto perchè i neuropsichiatri dell’ASL e dei centri convenzionati non riescono più a visitare i singoli pazienti ed a dare consigli mirati ad ogni famiglia).

Da un paio di mesi poi ho la sgradevole sensazione che nessuno muova un dito perchè si finisca durante l’adolescenza – o magari anche prima – in cura farmacologica col Ritalin e simili (nel nostro caso già auspicata dalle insegnanti). Non so nemmeno comunque se questi farmaci possano essere somministrati tranquillamente, visto che nel nostro caso è presente una malformazione al sistema nervoso centrale.

In questa strana estate mi è capitato di chiedermi spesso se questi sintomi simil spettro autistico e simil ADHD siano causati dall’agenesia del corpo calloso o se si sarebbero manifestati comunque anche in un quadro di normalità.

L’unica cosa che mi prefiggo è di non farmi “buttare giù” e di continuare a cercare un metodo per incanalare questa grandissima energia del raggio e farla divantare un valore aggiunto anzichè un ostacolo al suo sviluppo.

Quindi never give up ed andiamo avanti!

Piazza De Ferrari

Prime paroline scritte e dentini

Il raggio comincia timidamente a scrivere le prima paroline in stampatello.

In realtà non scrive la parola completa, ma bisogna “suggerirgli” le letterine una per una (“p” di papà, “a” di ape, “p” di papà ed infine “a” di ape) ma sono già felicissima di questi progressi!

La parolina nella foto  dovrebbe essere “papà” ,a non abbiamo messo l’accento per non confondere troppo il pargolo.

Il bambino frequenta la prima elementare (o prima primaria) con 27 ore tra sostegno ed OSE.

Confesso che suo papà ed io non ci aspettavamo che imparasse lo stampatello così velocemente!

I suoi problemi principali riguardano i tempi di attenzione ed i problemi comportamentali.

Il raggio segue una parte di lezione in classe ed una separata con il sostegno o l’OSE perché non regge altrimenti un’attenzione continua di 3-4 ore.

Anche a causa della sua ipercinesia spesso non riesce ad interagire in maniera corretta con gli insegnanti ed i compagni.

I suoi comportamenti alterati vengono spesso scambiati per problemi educativi, ma nel nel caso in cui veramente io o il papy possiamo aver davvero sbagliato qualcosa in questi anni, sto leggendo qua e la vari libri di pedagogia.

Adesso ho iniziato questo:

Più riguardo a Intelligenza emotiva per un figlio

Parla di come diventare allenatori emotivi per i propri figli. Non so se si applica anche alla disabilità ma, almeno in parte credo che mi sarà utile. Se poi ce la faccio magari scriverò anche una breve recensione.

Infine, è caduto finalmente il primo dentino ed il topino dei denti è venuto a farci visita!

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Nessuna news invece per il decreto del tribunale dei minori per l’adozione internazionale, ma comunque non abbiamo fretta!

Attenuare l’aggressività e l’essere oppositivo: la nostra soluzione

museo

Questa foto testimonia la prima volta al museo del raggio. L’immagine è di sabato scorso al museo Andrea Doria di Genova.

Fino a qualche tempo fa il pargolo era troppo agitato per poter anche solo pensare ad una cosa del genere.

Le avevamo provate tutte o quasi per cercare di calmare la sua aggressività, mancava solo che ci facessimo roteare un pallone da basket sulla fronte ballando contemporaneamente il tip tap.

Scherzi a parte avevamo avuto diversi consigli:

“Ti preoccupi troppo”

Chi di noi non ha mai avuto un amico o un parente che, con tutte le buone intenzioni del mondo, per carità, ha cercato di convincerci che no, il bambino non ha problemi di comportamento ma è solo molto vivace e crescendo si risolverà tutto.

“Non siete in grado di educare il bambino”

All’opposto, c’è anche chi ci ha consigliato di “far bruciare la pelle” al raggio impuntando le sue intemperanze caratteriali ad una manica troppo larga nell’educazione da parte mia e di mio marito.

“E dargli il Ritalin?”

Ebbene sì. Le insegnanti d’asilo l’anno scorso, quasi poi anche quelli della primaria quest’anno ed infine il medico che presiedeva la visita di revisione dell’indennità di frequenza quest’anno, ci hanno consigliato di tranquillizzare il bambino “artificialmente”.

Con il papy del raggio abbiamo sempre pensato – sbagliando – che bastasse applicare i normali metodi educativi validi anche per i bambini senza disabilità.

Invece abbiamo compreso, pian piano (e con anche qualche suggerimento da parte della scuola, quando abbiamo affermato che ci rifiutiamo di somministrare al bambino qualunque tipo di psicofarmaco), che è importante:

  • cercare di non arrabbiarsi eccessivamente e non utilizzare le mani per punire il bambino
  • farsi vedere tutti d’accordo per i castighi dal pargolo ed al limite confrontarsi in privato tra genitori in un secondo tempo se si hanno punti di vista differenti
  • cercare di dare una routine al bambino almeno a grandi linee sa già cosa aspettarsi di giorno in giorno
  • castigare il bambino senza schiaffi o sberle, ma spegnendo i cartoni in tv o togliendogli per qualche minuto i giochi che sta utilizzando in quel dato momento

Forse suo papà ed io ci stiamo autoconvincendo di vedere dei miglioramenti, ma il bambino ora ci sembra davvero più gestibile.