Primi giorni alla materna

Da lunedì 6 settembre abbiamo cominciato l’avventura alla scuola materna!
Ogni tanto abbiamo ancora qualche incidente-pipì ma sono soddisfattissima.
Il raggio gioca coi suoi compagni, disegna, mangia di gusto (aiutato delle maestre che magari gli danno una piccola mano spezzettandogli un po’ il cibo): bilancio positivissimo quindi!
Unico neo in questo quadretto idilliaco di serenità: la sua educatrice del nido dell’anno scorso che è venuta in classe a fargli visita.
Me la sono trovata davanti alla porta mentre cercavo di far entrare il raggio semipiangente e portarlo dove c’erano già i suoi compagnetti.
La simpaticissima ha iniziato con la solita tiritera con cui ha stressato tutto l’anno scorso cioè non doveva spannolinarlo perché non percepisce lo stimolo, deve fargli fare il certificato per frullargli i pasti ecc.
Non voglio neanche commentare queste frasi.
Ieri finalmente ho trovato il coraggio e le ho detto di smetterla di trattare mio figlio come un incapace. Troppo tardi forse, avrei dovuto già incavolarmi mesi fa…
Ragazzi, che peso mi sono tolta finalmente!
Una cosa è tentare di stimolare il bambino a dare il meglio che può, un’altra è cercare la via più breve per non dovergli prestare troppa attenzione.
“Occuparsi di un bambino: è questo il nostro paradiso, qui, sulla terra”
Da: “la Disabilità non è un Limite. Se mi Ami Costringimi a Cambiare”, Reuven Feuerstein, Yaacov Rand, Rafi Feuerstein in collaborazione con Nessia Laniado e Gianfilippo Pietra, ed. Libri Liberi 2005

Fare la spesa con un figlio "esploratore"

Molti di voi sapranno di sicuro di cosa sto parlando: mentre cercate in tutte le tasche il foglietto dove avete scritto cosa comprare, il vostro amato pargolo scappa per tutto il supermercato – spesso lanciando urletti di gioia alla vista di tutti i corridoi strapieni di oggetti sconosciuti e colorati – mentre le persone intorno vi lanciano sguardi costernati e di rimprovero.
Alla fine degli acquisti vi accorgete inesorabilmente che avete preso e buttato nel carrello quello che ad occhio vi sembrava mancasse a casa, ma vi siete clamorosamente dimenticati quasi tutto quello che avevate scritto nella lista.
Benvenuti nel club allora!
Confesso che c’è stato un periodo in cui guardavo tra con ammirazione ed una punta d’invidia le altre mamme col pupo seduto nel seggiolino del carrello chiedendomi come ci fossero riuscite: ipnosi, camomilla ecc…
Scherzi a parte, facendo una croce sopra al mio sogno di un bambino tranquillo e silenzioso, sono riuscita con il papy del raggio a contenere la sua joie de vivre (che in altri momenti apprezzo tantissimo) almeno sino al parcheggio del super.
E’ semplice (almeno nel nostro caso): la piccola belva va coinvolta negli acquisti perché sennò si annoia ed inizia a “fuggire”.
Noi ad esempio diciamo al raggio che essendo vecchi (in realtà non abbiamo neanche 35 anni!) non ce la facciamo a riempire il carrello e gli porgiamo gli oggetti da acquistare pregandolo di darci una mano a sistemarli. Naturalmente lo facciamo provare solo con cose robuste (non uova, bicchieri ecc… perché sennò … BAM! Tutto spaccato…).
Oppure lo portiamo in una catena di supermercati qui da noi dove è possibile farsi la spesa da soli con un piccolo lettore di codici a barre e consegnarlo infine alla cassa pagando il dovuto. Chi passa tutti i codici a barre della spesa?
Ma il raggio naturalmente!
Una pecca di questo sistema per coinvolgere il pargolo è che dovete avere parecchio tempo a disposizione e purtroppo in una famiglia non sempre è possibile fare acquisti seguendo i ritmi del bimbo…