Perfettamente imperfetta

marsiglia_bn

Fin da quando ero bambina ho sempre sperato di essere una bimba dolce, tipo quelle delle pubblicità: boccoloni biondi, occhi dolci ma furbetti e sorriso irresistibile.

Ho capito che qualcosa doveva essere andato storto quando i miei genitori hanno incominciato a regalarmi macchinine anziché bambole ed un po’ più in là con gli anni mio padre ha iniziato a spiegarmi la differenza tra i cacciaviti a stella e a taglio e ad usare decentemente un pc.

Anche come aspetto fisico sono un maschiaccio: capelli in perenne anarchia, scarpe comode e mai un filo di trucco, anche se confesso mi piacerebbe imparare ad essere un po’ più carina e femminile…

Odio andare per negozi ed abbinare la borsa con le scarpe e il portafoglio mi sembra solo una gran perdita di tempo.

Adoro tutto ciò che è tecnologia (smartphone, computer e tablet) e negli anni ho iniziato anche ad interessarmi alla gestione di siti internet (compreso questo mio blog nato dalla costola di uno precedente su Blogger).

Per qualche anno, dai vent’anni in su, ho fatto il commissario di gara a bordo pista sui rally e sugli slalom automobilistici.

Ho sposato uno dei miei ex migliori amici di cui mi sono innamorata pazzamente, ma – attenzione – gli ho fatto io la proposta quasi 11 anni fa (e non lui a me, come vuole la tradizione)! Infatti mi ha regalato il brillocco quando eravamo già abbondantemente sposati!

Con mio marito abbiamo anche convissuto prima del matrimonio: ora è normale ma 10/15 anni fa un po’ meno!

Ovviamente non sono anche una mamma tipica, ma ho dovuto sudare per diventarlo (e non ci sono completamente riuscita).

“Grazie” all’inidoneità all’adozione sto imparando a ridere della mia atipicità ed a benedire la consapevolezza che per fortuna non siamo tutti identici.

Perché poi, in fondo, la mia “imperfezione” mi serve e mi è addirittura utile: per esempio quando vado a parlare con le insegnanti che sgranano gli occhi quando racconto loro che spesso la sera leggo brevi raccontini al pargolo prima di addormentarsi o quando a casa o in ufficio mi si pianta inesorabilmente il computer e non c’è un tecnico nei paraggi neanche piangendo in giapponese.

Fino a parecchi anni fa avrei pregato per essere una parte indistinguibile in mezzo a cinque miliardi di persone, oggi invece credo che vedere le cose da un diverso punto di vista mi aiuterà anche a sintonizzarmi sulla stessa (o quasi) lunghezza d’onda del raggio in modo da essere atipici insieme!