Benvenuto 2015

Natale e Capodanno sono finalmente trascorsi (non sono un’amante delle Festività) ed a breve tutta la raggio family ritornerà al solito tran tran. Per quanto mi riguarda sono un po’ Grinch: sinceramente mi sembra tutto solo una gran perdita di tempo e rottura di cocomeri. L’unico fattore che fa sì che mi lasci trasportare dallo spirito natalizio è il fatto che voglio far sognare il raggio e lasciargli dei bei ricordi per quando sarà adulto.

Come primo step verso le vacanze di Natale, a metà dicembre il pargolo ha fatto la recita di biodanza col resto della sua classe. Le insegnanti, durante un colloquio qualche giorno prima dell’evento, hanno fatto capire tra le righe al papy che il raggio  non aveva seguito molto le prove dello spettacolino, ma da brava mamma rompiballs (variante ligure della mamma tigre, anzi tigrotta nel mio caso 😉 ), ho imbracciato un cabaret di salatini da chilo, un sorriso smagliante, preso per mano il nanetto settenne e siamo andati comunque a partecipare alla piccola kermesse scolastica. C’è stato anche un momento di comicità alla fine, quando tutti i bimbi si passavano di mano in mano una candela accesa dentro ad un vasetto trasparente. Ognuno diceva le proprie speranze ed i propri doni per il Natale: chi sceglieva la pace, chi la serenità, chi la gioia ecc. da regalare agli altri. Quando è stato per ultimo il turno del raggio ha preso tra le mani il vasetto con la candela ed ha esclamato:”Sono … (il suo vero nome) e dono i gelati!”. Ovviamente tutti hanno riso di gusto, me compresa ! Nonostante però tutti i passi verso l’accettazione dei sintomi dell’agenesia del corpo calloso e dei disturbi comportamentali che provoca che abbiamo portato avanti quest’anno (tra cui accettare che dobbiamo rinunciare all’adozione internazionale perché secondo i servizi sociali un fratello disabile sottrarrebbe troppe attenzioni al nuovo arrivato), anche in questo frangente mi sono sentita un po’ come quel gioco dove si deve trovare l’oggetto estraneo in un gruppo in cui sono tutti simili. Probabilmente è solo una mia sensazione soggettiva che mi fa sentire come se entrassi in classe nuda o con una cresta di capelli fucsia.

Come secondo step, col papy abbiamo portato dai nonni paterni il regalo che chiedeva da almeno un anno e che ha aperto tirando un vero e proprio ululato di gioia.

Lego

Ed ecco la casa finalmente terminata oggi:

Lego 2

Come terzo step, nel mio primo giorno di ferie, ci siamo concessi un giro al Luna Park che rimarrà qui a Genova sino all’Epifania.

Luna park

Come quarto step infine voglio far fare una prova di biodanza al pargolo in una struttura esterna alla scuola, con altri bambini e con personale formato anche sui problemi della disabilità psichica. Quando il tempo diventerà un po’ più mite conto anche di far tornare il nano in piscina con la sottoscritta. Vorrei insomma tentare di canalizzare le sue energie e questa benedetta iperattività in un passatempo che possa piacergli e – perché no – permettergli di socializzare.

Buon 2015 quindi, sperando che sia favorevole ai nostri special pargoli, un abbraccio a tutti!

Adozione internazionale: se hai un figlio disabile è quasi impossibile

Due anni fa, più o meno in questo periodo, stavamo cominciando con mio marito la compilazione dei documenti per il tribunale dei minori per tentare di ottenere l’idoneità all’adozione internazionale. Per quella nazionale, avendo già un figlio naturale, non ci è stato nemmeno permesso di compilare i moduli, anche se ne avevamo diritto…

Sono seguiti mesi di colloqui col nucleo adozioni che però, non appena abbiamo raccontato dell’agenesia del corpo calloso del raggio, hanno incominciato a dirci che il nostro percorso con loro poteva dirsi concluso.

Per quasi un anno, con mio marito, abbiamo cercato di dimostrare che si sbagliavano e che avevamo comunque diritto a provare ma non è servito a nulla.

Dopo una decina di incontri ed una visita domiciliare (in cui ci è stato fatto notare che casa nostra è di soli 3 vani, il fatto che sia di proprietà e senza alcun mutuo in corso non ha inciso in nessun modo sull’esito finale) abbiamo insistito col nucleo adozioni per inviare al giudice onorario la nostra relazione.

Ci siamo ritrovati quindi al tribunale dei minori con una relazione con parere negativo dei servizi sociali e l’esito, nonostante due colloqui in 4 mesi col giudice, era già scontato: inidoneità.

A questo punto confesso di aver fatto un grandissimo errore: ho presentato ricorso.

Errore perché avrei dovuto arrendermi all’evidenza che con un figlio disabile siamo considerati una famiglia pessima per un bimbo adottivo, perché a causa dell’handicap del raggio – secondo il nucleo adozioni – non avremmo avuto tempo da dedicare al nuovo arrivato e perché – secondo me – avendo già un bambino non saremmo stati disposti a tutto pur di arrivare sino in fondo.

Nella relazione inviata al giudice onorario c’è addirittura un passaggio dove con mio marito venivamo accusati di voler adottare un bambino per avere un “mini badante” per il raggio! Per mesi poi ci è stato fatto presente che se anche per miracolo avessimo ottenuto l’idoneità nessun ente o quasi sarebbe stato disposto ad abbinarci ad un bambino… E’ stato interpellato per un parere anche l’ex terapista del raggio che però in quel periodo non aveva già più da diversi mesi in cura il bambino…

Abbiamo avuto una grandissima difficoltà a trovare specialisti disposti a fare da controperiti contro quelli nominati dalla Corte d’Appello e quando due (una psichiatra ed una psicologa) si sono detti disponibili ci hanno proposto una cifra molto alta, tenuto conto che non eravamo per nulla sicuri di vincere ed anzi – anche loro, mentre tentavano di alzare sempre di più i loro onorari – continuavano a ripeterci che non avevamo nessuna speranza per il ricorso con un figlio disabile…

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata che nello stesso periodo un nostro conoscente con problemi di sterilità è riuscito a concludere con la moglie (dopo circa 4 anni di iter burocratico) l’iter adottivo di un bambino russo di circa due/tre anni d’età.

Ebbene, il bambino ha problemi neurologici e comportamentali ed è stato inserito in terapia nelle stesse strutture che hanno in carico il raggio.

I nostri conoscenti quindi, si sono trovati in difficoltà perchè sono passati dall’essere una coppia adulta senza figli all’essere una coppia con un figlio adottato con disabilità. Sono molto impauriti e disperati.

Moltissime volte abbiamo detto con mio marito al nucleo adozioni se non sia meglio una famiglia come la nostra abituata ad un figlio special needs piuttosto che due persone che non possono nemmeno sapere cosa significhi avere un bambino.

Evidentemente non basta che una famiglia sia disponibile ad accogliere un bimbo nato da altri genitori. Bisogna non avere figli propri, oppure che siano perfettamente sani. Ho tentato di andare con mio marito sino in fondo per denunciare quella che secondo me è una discriminazione ma alla fine mi sono arresa. Ho fermato il ricorso per non spendere energie in una causa in cui credevamo solo noi ed il nostro avvocato, che Dio la benedica (oltretutto ha dato alla luce sua figlia mentre seguiva il notro ricorso).

Il raggio spera sempre in un fratello o una sorella, ma se accadrà mai che arrivi, non sarà certo purtroppo dall’adozione internazionale…

Perfettamente imperfetta

marsiglia_bn

Fin da quando ero bambina ho sempre sperato di essere una bimba dolce, tipo quelle delle pubblicità: boccoloni biondi, occhi dolci ma furbetti e sorriso irresistibile.

Ho capito che qualcosa doveva essere andato storto quando i miei genitori hanno incominciato a regalarmi macchinine anziché bambole ed un po’ più in là con gli anni mio padre ha iniziato a spiegarmi la differenza tra i cacciaviti a stella e a taglio e ad usare decentemente un pc.

Anche come aspetto fisico sono un maschiaccio: capelli in perenne anarchia, scarpe comode e mai un filo di trucco, anche se confesso mi piacerebbe imparare ad essere un po’ più carina e femminile…

Odio andare per negozi ed abbinare la borsa con le scarpe e il portafoglio mi sembra solo una gran perdita di tempo.

Adoro tutto ciò che è tecnologia (smartphone, computer e tablet) e negli anni ho iniziato anche ad interessarmi alla gestione di siti internet (compreso questo mio blog nato dalla costola di uno precedente su Blogger).

Per qualche anno, dai vent’anni in su, ho fatto il commissario di gara a bordo pista sui rally e sugli slalom automobilistici.

Ho sposato uno dei miei ex migliori amici di cui mi sono innamorata pazzamente, ma – attenzione – gli ho fatto io la proposta quasi 11 anni fa (e non lui a me, come vuole la tradizione)! Infatti mi ha regalato il brillocco quando eravamo già abbondantemente sposati!

Con mio marito abbiamo anche convissuto prima del matrimonio: ora è normale ma 10/15 anni fa un po’ meno!

Ovviamente non sono anche una mamma tipica, ma ho dovuto sudare per diventarlo (e non ci sono completamente riuscita).

“Grazie” all’inidoneità all’adozione sto imparando a ridere della mia atipicità ed a benedire la consapevolezza che per fortuna non siamo tutti identici.

Perché poi, in fondo, la mia “imperfezione” mi serve e mi è addirittura utile: per esempio quando vado a parlare con le insegnanti che sgranano gli occhi quando racconto loro che spesso la sera leggo brevi raccontini al pargolo prima di addormentarsi o quando a casa o in ufficio mi si pianta inesorabilmente il computer e non c’è un tecnico nei paraggi neanche piangendo in giapponese.

Fino a parecchi anni fa avrei pregato per essere una parte indistinguibile in mezzo a cinque miliardi di persone, oggi invece credo che vedere le cose da un diverso punto di vista mi aiuterà anche a sintonizzarmi sulla stessa (o quasi) lunghezza d’onda del raggio in modo da essere atipici insieme!