Mamma, bene?

Ieri sera ero da sola in casa col mio piccolo raggio e stavo preparandolo per andare a nanna quando ad un certo punto mi chiede: “Mamma, bene?” (Mamma mi vuoi bene?).
L’ho abbracciato, baciato e gli ho fatto rischiare un principio di soffocamento per stringerlo a me.
Ad un certo punto, mentre sto per spegnere la luce mi dice “Mamma, paura”. Anche in questo caso l’ho abbracciato fortissimo rassicurandolo sul fatto che gli ero vicino e che se non ci fossi stata avrebbe potuto chiamarmi e sarei arrivata immediatamente.
A questo punto, convinto dalle mie coccole, si è appoggiato al cuscino ed è crollato all’istante!
Ragazzi, avrei voluto che quel momento durasse per sempre!

Genitori VS medici

L’altro giorno ho portato M. dal pediatra perché, dopo un mese trascorso tra febbre e influenza, lunedì aveva un eritema sul viso, tosse e congiuntivite (tutto insieme, non ci annoiamo mai noi…).
Dopo aver concluso la visita ed averci prescritto colliri ed antibiotici, il dottore mi ha detto che non si sarebbe mai aspettato che M. sarebbe stato così bene, nonostante l’agenesia del corpo calloso. Naturalmente sentirmi dire questo mi ha fatto molto piacere insieme al fatto che ha ammesso di non conoscere abbastanza l’ACC.
Abbiamo però riflettuto insieme sul fatto che, essendo fortunatamente una malformazione rara, i medici sanno poco o nulla di questo problema.

Nei giorni seguenti ho riflettuto sulle sue parole.
Ho pensato, nonostante tutto, all’errore terribile che avrei compiuto interropendo la gravidanza.
Personalmente non sono contro l’aborto, tutti abbiamo diritto di scegliere cosa è meglio per noi, ma nel mio caso sento di aver fatto la scelta giusta.
La maggior parte dei medici che ho incontrato sul mio cammino però, mi hanno sempre remato contro.
Per primi quelli che mi chiedevano dove sarei andata ad interrompere la gravidanza.
Per secondi quelli che mi davano consigli completamente sbagliati mentre il bambino cresceva.

Infine la chicca.
Ricordo un medico che mi raccontò che una volta una sua paziente aveva abortito “solo” perché bambino mancava un pezzetto di un cromosoma… e diceva che non avrebbe comportato nulla… Se una sindrome non è nulla…

Ringrazio il cielo tutti i giorni di aver fatto la testa di cavolo a 23 settimane e di non aver dato retta a nessuno anche se è stato un bel salto nel vuoto all’inizio.

Bambini nel passeggino ma… fino a che età?

 

Immagine: FreeDigitalPhotos.net

 

Qualche tempo fa mi è capitato di leggere questo articolo sul Corriere della Sera online.

La giornalista parla del fatto che a Milano molte mamme adoperano il passeggino per rapidità per gli spostamenti dei pargoli anche se questi ultimi hanno già 6 anni compiuti o quasi.

Ammetto di aver iniziato dopo la lettura dell’articolo a far caso alle mamme che vedo normalmente per strada: anche nella nostra città – Genova – ho notato bambini grandicelli in passeggini di tutte le fogge e dimensioni: 3 ruote, ultraleggeri, modelli vecchiotti e modelli più nuovi e recenti.

Non sono tantissimi, comunque, perché a causa della conformazione del paesaggio (colline a picco sul mare) non è certamente comodo trascinarsi bimbo, borse e passeggino nelle scalinate ripide o nelle lunghe salite.

Ora però il problema si pone anche a me.

Tra un mese circa M. inizierà il nido. Il mio sogno sarebbe di riuscire a portarlo all’asilo tenendolo per mano, ma da un paio di mesi non dà la manina, si mette a correre all’improvviso o s’impunta e non vuol camminare…

Il mio dubbio quindi è: partire un’ora prima e cercare di fare il percorso casa-nido a piedi o caricarmi il passeggino ultraleggero chiuso in spalla e (una volta finite discese e scalinate) sederci il bambino e correre all’asilo?