Insegnanti di sostegno gestiti da privati

Oggi ho letto su La Repubblica questo articolo dove si parla di un disegno di legge che ipotizza che gli insegnanti di sostegno siano gestiti dai privati ed infine pagati dai genitori dei bambini/ragazzi stessi con handicap.
E’ scandaloso che si debba pagare per un proprio DIRITTO.
Se io bambino/ragazzo disabile per ipotesi avessi la mamma che fa la casalinga ed il papà operaio , piuttosto che una mamma architetto ed un papà manager allora devo smettere di  andare a scuola perché non me lo posso permettere?
Perchè la vita delle famiglie che si trovano a dover seguire un minore con handicap motorio o intellettivo deve essere così complicata?
Alla faccia dell’integrazione!
Più passano gli anni e più mi rendo conto con amarezza che, mentre a parole ogni vita va rispettata, curata, seguita, nella vita di tutti i giorni i genitori di bambini che richiedono maggiori attenzioni e cure vengono bistrattati, esasperati e defraudati di ciò che sarebbe il un loro diritto.

Scarpe misura 30

30 come il voto massimo che si può ottenere dando un esame all’Università
30 come i giorni che hanno i mesi  di aprile, giugno, settembre e novembre
30 come il numero di scarpe da ginnastica che ho comprato l’altro giorno al raggio!
Eh sì perché bella convinta ho chiesto la misura 29 ma non riusciva neanche a metterci il piedino (-one!) dentro.
Mi chiedo che numero di scarpe potrebbe portare a 15 anni!! 

Le due nonne

Il raggio ha due nonne: ovviamente una è mia mamma e l’altra è mia suocera.
Adora entrambe, anche se ultimamente credo che mia suocera abbia un posto speciale nel suo cuore, ma soprattutto nel suo pancino!
Innanzitutto quando sa che andiamo dalla mamma di papà si affretta a specificare: “Andiamo a mangiare dalla nonna”.
Non appena arriviamo lì, il raggio placido e tranquillo si siede nel seggiolone che ha sostenuto non so più quanti bambini (tutti i nostri nipoti, quindi 7 almeno) e sbirciando la tv aspetta le portate.
A volte cerca di tirarsi giù da solo dalla pentola la porzione di pasta o di purè lasciando mia suocera al 20% costernata per l’appetito famelico (“Ma quanti giorni sono che non gli dai da mangiare?“, mi domanda tutte le volte) ed all’80% fiera della propria cucina.
Con mia mamma invece è un altro discorso.
Lei odia cucinare (anche perché essendo diabetica deve seguire una dieta piuttosto rigida), ma per il nipotino si lancia e crea dei piatti anche piuttosto buoni….
Che però il pargolo regolarmente scarta decidendo invece di rubarle tutto ciò che si era preparata per sé!